25/03/2011 Texte

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SIRIA : ESPERTO, ASSAD TEME PARAGONE TUNISI/CAIRO

ANSA - PARIGI, 24 MAR - Il timore di essere paragonato all'ex presidente tunisino Zine ben Abidine Ben Ali e all'egiziano Hosni Mubarak, che sono intervenuti per annunciare concessioni ma sono stati poi obbligati a lasciare il potere, spiega il lungo silenzio, fino ad oggi, del presidente siriano Bashar al Assad, nel cui Paese la rivolta, repressa nel sangue, e' iniziata gia' da una settimana. Assad, secondo l'analisi fatta all'ANSA da Antoine Basbous, fondatore e direttore dell'Osservatorio dei paesi arabi', "ha paura del paragone con Ben Ali e Mubarak, non vuole far credere che il suo regime stia vacillando come quello dei paesi vicini e cerca una formula alternativa". Oggi, in queste ore di caos, dopo il sangue versato a Daraa, arrivano i primi annunci di concessioni alla popolazione: un piano di intervento a favore del lavoro e contro la corruzione e' annunciato dal regime. Cosa succedera' ora? "Non possiamo sapere se queste concessioni saranno sufficienti per placare il popolo. A mio parere - commenta - spingeranno piuttosto i siriani a reclamare di piu", e piu Assad fara concessioni piu la pressione su di lui sara forte, perche per il popolo e il solo modo di ottenere reali cambiamenti". La Siria, che da quarant'anni vive sotto il regime, "aspira a sua volta, come gli altri popoli arabi, alla liberta" e alla democrazia. C'e' qui la stessa collera - spiega Basbous - la stessa corruzione, lo stesso settarismo. Una vera rivoluzione e' in corso. E se Daraa, nel sud del Paese, e' diventata il focolaio di questa rivolta e' perche' si trova nella regione piu devastata". Il popolo - aggiunge - e privo delle liberta, del benessere, ma constata ogni giorno la corruzione della famiglia presidenziale. Non per niente gli insorti hanno attaccato alcuni simboli del potere, come la statue di Hafez al Assad, il padre di Bashar, e il Palazzo di giustizia. Da troppo tempo ormai la Siria e' confiscata nelle mani di una minoranza alawita. Siamo di fronte ad un vero braccio di ferro - continua lo studioso - c'e' da aspettarsi nuove rivolte e nuove repressioni. Un giorno grazie ad internet si verra' a sapere come il regime ha agito davvero, si sapra' che ha perso legittimita' e che deve andar via''. di Luana De Micco (ANSA).

OBSERVATOIRE DES PAYS ARABES
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